Lo scorso Venerdì 15 Gennaio si è aperta la Milano Fashion Week Uomo con la sfilata di Roberto Cavalli. A seguire tutti gli altri grandi della moda hanno raccontato ad un pubblico attento e raffinato ciò che dobbiamo aspettarci per i mesi che verranno.
Non mancano gli emergenti che, anno dopo anno, cercano di conquistare il pubblico con collezioni spesso caratterizzate da elementi molto particolari se non proprio di ‘rottura’ con il passato.
Quella della Fashion Week è sicuramente un’occasione per affacciarsi al mondo della moda con un occhio sul futuro. Capire le future tendenze, i colori che andranno di moda, le linee, i materiali.
Una delle cose più interessanti resta sicuramente “sbirciare” il backstage dove si può vedere non solo la bellezza della sfilata compiuta,ma anche parte del lavoro che c’è dietro ad una collezione. Lo studio del make up e dell’hair styling delle modelle, la cura nel sistemare gli abiti della sfilata, l’eccitazione dell’attimo prima di uscire sulla passerella : in altri termini un lavoro di mesi che si esaurisce in appena 20 minuti di evento vero e proprio, dove spesso ci si può giocare persino una carriera intera..
E’ nel backstage che è possibile intervistare stilisti provenienti da tutto il mondo, cogliere il brivido e l’emozione di quegli attimi. Ascoltare i commenti a caldo e percepire l’elettricità che si muove ‘dietro le quinte’ è un’emozione, anche se la stiamo vedendo dal comodo del nostro salotto o su un pc. Ed a questo proposito : la sapete una cosa davvero curiosa ? Non importa dove ti trovi o la provenienza dello stilista ; in qualsiasi fashion week del mondo la lingua ufficiale resta sempre l’inglese. Meglio quindi essere sempre preparati (magari facendo un test di inglese online) se si decide di avvicinarsi a questo universo ed interagire con esso.
Due impressioni sul tema delle interviste della Milano Fashion Week Uomo : ho trovato molto interessante quella fatta a Helen Anthony,nella quale è trapelata una forte passione per la moda ereditata dalla nonna. Un amore per questo campo che le ha unite moltissimo. Fu proprio la nonna a ad insegnare ad Helen Anthony il mestiere che ha portato poi la nascita di un grande brand sartoriale.
Ugualmente affascinante l’intervista a Lucio Vanotti, il ‘pupillo’ di Giorgio Armani. Lo stilista, dopo gli studi alla Marangoni di Milano, ha iniziato subito a lavorare riuscendo a proporre le proprie collezioni personali. Collezioni, queste, che hanno conquistato il mercato orientale e permesso all’artigianalità italiana di raggiungere i paesi più remoti del pianeta ancora una volta.