Dispositivi anti abbandono : la legge ed i problemi
Il 7 Novembre 2019 è entrata in vigore la legge sui dispositivi anti abbandono da abbinare ai seggiolini per auto, conosciuti anche come Tippy. Un provvedimento del quale si parlava da mesi senza però che questo fosse entrato in vigore. Ora però che l’obbligo è sancito da una legge, i problemi sono notevoli : non sono stati ancora prodotti – infatti – sufficienti dispositivi in grado di coprire l’esigenza di tutte le famiglie italiane. E molti dei dispositivi in commercio non risulterebbero realmente omologati. Il combinato disposto di alcuni aspetti della norma – infatti – ha creato una situazione incredibile : alcuni dispositivi in grado di adattarsi ai seggiolini esistenti di fatto renderebbero lo stesso seggiolino non omologato. Un vero pasticcio all’italiana.
Perché sono importanti questi dispositivi
Ad ogni modo l’importanza di questi dispositivi è assoluta. Mi è capitato di sentire diverse persone affermare che a loro non sarebbe mai successo. Qualche volta sarà capitato anche a me di pensarlo, ma la verità è un’altra. Non siamo perfetti. Il nostro cervello non lo è. Basta un periodo di ansia, di stress a mandarci in confusione ed a renderci fragili. Capaci di sbagliare.
L’ultimo caso di decesso accidentale per un bambino dimenticato in macchina è cronaca recente. In una giornata molto calda, un papà stressato per motivi di lavoro era convinto di aver portato suo figlio a scuola. Così non è stato. E dopo più di cinque ore in macchina il bimbo ha smesso di vivere. Un padre modello, che ora non ha più il suo bambino a chiamarlo papà, per un errore. I dispositivi antiabbandono andranno proprio ad evitare queste tragedie, grazie ad un sensore che attraverso il bloututh manderà una notifica allo smartphone dei genitori se il bambino una volta chiusa la macchina rimarrà seduto sul seggiolino.
L’ultimo caso di decesso accidentale per un bambino dimenticato in macchina è cronaca recente. In una giornata molto calda, un papà stressato per motivi di lavoro era convinto di aver portato suo figlio a scuola. Così non è stato. E dopo più di cinque ore in macchina il bimbo ha smesso di vivere. Un padre modello, che ora non ha più il suo bambino a chiamarlo papà, per un errore. I dispositivi antiabbandono andranno proprio ad evitare queste tragedie, grazie ad un sensore che attraverso il bloututh manderà una notifica allo smartphone dei genitori se il bambino una volta chiusa la macchina rimarrà seduto sul seggiolino.
Come essere in regola con i seggiolini anti abbandono ?
Questa oggi è un’ottima domanda : la soluzione migliore – se si ha la fortuna di trovarlo – è acquistare un seggiolino già dotato di sistema anti abbandono, prodotto nel secondo semestre dell’anno (ne esistono alcuni della Chicco e della Cybex). Reperirli è però abbastanza difficile. Ove ciò non sia possibile è opportuno dotarsi in ogni caso di un sistema anti abbandono da abbinare al seggiolino in nostro possesso, in modo da avere prima di tutto una protezione per nostro figlio. E poi per poter dimostrare, in caso di controlli, che come cittadini abbiamo ottemperato (o cercato di ottemperare) alla legge.
Si rischiano multe utilizzando dispositivi ‘non omologati’ ?
Al momento (13 Novembre 2019), il ministero competente ha emesso una ordinanza per non procedere con le multe multe, vista l’impossibilità di conformarsi alla legge ed i dubbi su cosa sia omologato e cosa no. Si parla di 120 giorni di stop, ma questo semestre potrebbe essere modificato dall’attività parlamentare in corso (voci parlano di Marzo 2020 come limite).
Cosa comporterà tutto questo per le famiglie ?
Di certo tutta questa operazione questa farà spendere un bel po’ di soldini alle famiglie, anche se si spera in questo modo di salvare la vita a molti bambini.
Quello che però lascia perplessi è che accanto ad un’operazione di questo tipo non ci siano delle proposte per aiutare in modo concreto i genitori, dandogli la possibilità di vivere la maternità o la paternità più serenamente.
Quello che però lascia perplessi è che accanto ad un’operazione di questo tipo non ci siano delle proposte per aiutare in modo concreto i genitori, dandogli la possibilità di vivere la maternità o la paternità più serenamente.
Alleggerendo magari i carichi di stress da lavoro, diminuendo le ore di lavoro o rendendo gli orari realmente flessibili, soprattutto per le mamme. Spesso infatti anche i permessi genitoriali rimangono lettera morta, per il timore di ripercussioni da parte dei datori di lavoro e per l’assenza di un vero strumento di tutela e controllo.
Voi cosa ne pensate?
Cara Vero, ho adorato la lettura di questo post. Ti ringrazio per aver espresso la tua opinione. Troppo spesso si giudica con facilità i genitori vittime di stress: “non è un mazzo di chiavi, è tuo figlio, come fai a dimenticartelo”. Evidentemente queste persone sono fortunate e non hanno mai subito il vero male dello stress. Non dico che bisogna giustificare tutti, dico che hai fatto bene a sottolineare che questo problema dovrebbe essere affrontato a monte, nella cura delle famiglie anche dal punto di vista lavorativo.